Giugno 17, 2025

Veicoli elettrici in Europa: -20 milioni di tonnellate di CO₂ entro la fine del 2025

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Secondo Transport & Environment, l’adozione dei veicoli elettrici in Europa porterà a una riduzione di 20 milioni di tonnellate di CO₂ nel 2025.

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Il nuovo rapporto “State of European Transport 2025”, pubblicato da Transport & Environment (T&E), mette nero su bianco una proiezione significativa: entro la fine dell’anno in corso, l’adozione dei veicoli elettrici nel continente europeo porterà a una riduzione complessiva di circa 20 milioni di tonnellate di CO₂. Si tratta di un valore equivalente alle emissioni prodotte ogni anno da sette centrali elettriche a carbone, un dato che segna una svolta concreta nella lunga e complessa transizione verso una mobilità a zero emissioni.

Il documento, diffuso nel mese di aprile, sottolinea come – nonostante la persistente dipendenza dai combustibili fossili– l’elettrificazione del trasporto stradale stia progredendo in modo consistente, supportata da politiche ambientali più rigoroseincentivi all’acquisto e investimenti infrastrutturali mirati. Una trasformazione non solo ambientale, ma anche economica e strategica, che coinvolge milioni di cittadini europei, industrie e governi.

La crescita dei veicoli elettrici in Europa

Secondo le stime di T&E, entro dicembre 2025 sulle strade europee circoleranno circa 9 milioni di veicoli elettrici a batteria (BEV). Questo dato include auto private, flotte aziendali, mezzi commerciali leggeri e una quota crescente di bus elettrici impiegati nel trasporto pubblico urbano.

Una diffusione favorita da una combinazione di fattori: miglioramento dell’autonomia delle batterieriduzione dei costi di produzioneaumento delle stazioni di ricarica rapide e, non ultimo, un cambiamento culturale che porta sempre più persone a considerare l’auto elettrica non più come un lusso tecnologico, ma come una scelta consapevole e accessibile.

Il mercato ha risposto. Nel solo primo trimestre 2025, diverse case automobilistiche hanno registrato incrementi a due cifre nelle immatricolazioni EV, segno di una domanda reale e crescente, soprattutto nei Paesi del Nord Europa, ma anche in Francia, Italia e Spagna, dove gli incentivi governativi hanno giocato un ruolo decisivo.

Petrolio e gas: una dipendenza ancora forte

Nonostante i progressi nel settore elettrico, il quadro complessivo mostra che l’Europa è ancora fortemente dipendente dai combustibili fossili. Secondo il rapporto, il 96% del greggio e il 90% del gas naturale utilizzati nel continente provengono da Paesi terzi, in particolare dal Medio Oriente, dall’Africa settentrionale, dalla Russia e da alcuni Stati dell’Asia centrale.

Questa dipendenza ha implicazioni significative non solo sul piano ambientale, ma anche su quello geopolitico. Le recenti crisi internazionali hanno evidenziato la vulnerabilità energetica del continente e l’urgente necessità di diversificare le fonti, sviluppare soluzioni interne e potenziare le rinnovabili.

L’elettrificazione della mobilità si inserisce in questo scenario come strumento di riduzione del fabbisogno energetico fossile, contribuendo al tempo stesso a diminuire la spesa pubblica per l’importazione di idrocarburi e a migliorare la resilienza del sistema economico europeo.

Batterie e materiali: un’opportunità per l’economia circolare

Un altro tema chiave del rapporto riguarda l’approvvigionamento dei materiali critici necessari alla produzione di batterie, come litionichelcobalto e alluminio. A differenza dei combustibili fossili, però, questi materiali possono essere recuperati e riciclati a fine ciclo, offrendo un’opportunità concreta per lo sviluppo di un’economia circolare e sostenibile.

L’Europa sta investendo sempre di più in tecnologie di riciclo avanzate, in particolare in Germania, Svezia e Italia, dove stanno nascendo impianti dedicati alla rigenerazione di celle agli ioni di litio. Questa evoluzione industriale è fondamentale per ridurre la dipendenza da mercati esteri, aumentare l’autonomia produttiva e ridurre ulteriormente l’impatto ambientale complessivo della filiera elettrica.

Se da un lato i critici sottolineano l’elevato impatto ambientale delle miniere di litio, dall’altro T&E ricorda che il riciclo dei materiali delle batterie ha un’efficienza media già superiore al 90%, con margini di miglioramento significativi entro il 2030. L’elettrico, insomma, è potenzialmente rigenerativo, mentre il fossile non può che essere consumato.

Le emissioni evitabili e il peso del trasporto

Il trasporto su strada è responsabile di circa il 22% delle emissioni totali di CO₂ in Europa. La progressiva elettrificazione del parco veicoli offre un’alternativa concreta per invertire questa tendenza, come già accaduto nel settore dell’energia, dove la diffusione delle rinnovabili ha portato a una significativa decarbonizzazione.

Tuttavia, come sottolinea T&E, restano due grandi nodi irrisolti: il trasporto aereo e il trasporto marittimo. Questi due settori continuano a rappresentare un’alta percentuale delle emissioni e, al momento, non dispongono ancora di soluzioni sostenibili su larga scala. La transizione dell’automotive deve quindi essere vista come una parte – fondamentale ma non esclusiva – del percorso verso la neutralità climatica.

Un impatto anche economico e sociale

Oltre ai benefici ambientali, il passaggio all’elettrico genera opportunità economiche importanti. Secondo i calcoli di Transport & Environment, ogni milione di veicoli elettrici in circolazione crea tra i 6.000 e gli 8.000 posti di lavoro diretti, in settori che vanno dalla produzione industriale al software, dall’assistenza tecnica alle reti di ricarica.

Inoltre, i costi di gestione di un’auto elettrica sono in media inferiori del 30% rispetto a un veicolo termico, grazie alla minore manutenzione e al costo ridotto dell’energia, soprattutto quando si ricarica in ambito domestico. Anche dal punto di vista delle famiglie e delle imprese, quindi, l’elettrico sta diventando una scelta più sostenibile nel lungo periodo.

Prospettive future e sfide ancora aperte

Il trend di crescita è promettente, ma non privo di ostacoli. Tra le principali criticità evidenziate dal rapporto ci sono:

  • Le disparità tra Paesi UE nella diffusione delle colonnine e degli incentivi;
  • La necessità di uniformare le normative e facilitare i viaggi transfrontalieri;
  • Il rischio che l’aumento della domanda elettrica non sia accompagnato da una produzione sufficientemente verde.

Sarà fondamentale, nei prossimi anni, non solo incentivare l’acquisto di veicoli elettrici, ma garantire che l’energia che li alimenta provenga da fonti rinnovabili, evitando che l’auto a batteria si trasformi in un semplice spostamento del problema anziché in una soluzione reale.

Un’Europa più pulita è possibile, ma serve continuità

La previsione di 20 milioni di tonnellate di CO₂ risparmiate grazie ai veicoli elettrici rappresenta un traguardo simbolico e concreto. È la dimostrazione che le politiche climatiche funzionano, quando sono supportate da strumenti economici adeguati, infrastrutture moderne e volontà politica.

Tuttavia, il cammino verso la neutralità climatica passa da una visione a lungo termine. L’auto elettrica è un tassello fondamentale, ma va accompagnata da riforme strutturali nel settore energetico, dei trasporti pubblici e della logistica. Solo così l’Europa potrà raggiungere gli obiettivi del Green Deal e costruire un futuro in cui mobilità e sostenibilitàsiano davvero sinonimi.

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