Biomass: il satellite europeo che misurerà il carbonio nelle foreste
Lanciato con il razzo Vega-C, il satellite Biomass dell’Esa monitorerà le foreste per stimare la CO₂ immagazzinata e studiare l’impatto della deforestazione sul clima.


L’Europa ha da oggi un nuovo alleato nella lotta contro il cambiamento climatico. Si chiama Biomass ed è l’ultimo satellite dell’Agenzia Spaziale Europea (ESA) progettato per osservare dall’alto uno degli attori più cruciali ma al tempo stesso più trascurati della crisi ambientale in corso: le foreste. Lanciato dalla base di Kourou, in Guyana Francese, tramite un razzo Vega-C prodotto da Avio, Biomass è entrato in orbita con l’obiettivo di misurare in modo più preciso che mai la quantità di anidride carbonica assorbita e trattenuta dalla vegetazione terrestre.
Si tratta di una missione ambiziosa e tecnologicamente innovativa, pensata per colmare un vuoto cruciale: la mancanza di dati certi sull’effettivo impatto delle foreste nel bilancio globale del carbonio. A oggi, si stima che l’assorbimento complessivo di CO₂ da parte della biosfera si aggiri attorno agli 8 miliardi di tonnellate all’anno, ma la cifra è basata su modelli incompleti e stime indirette. Con Biomass, l’ESA punta a offrire per la prima volta misurazioni dirette e ad alta precisione, capaci di monitorare con continuità i cosiddetti “polmoni verdi” del pianeta, come l’Amazzonia, l’Africa centrale e le grandi foreste boreali.
Una tecnologia radar senza precedenti per scandagliare la Terra
Quello di Biomass non è un satellite qualunque. È infatti il primo nella storia ad essere dotato di un radar SAR (Synthetic Aperture Radar) che opera in banda P, una frequenza a lunghissima lunghezza d’onda in grado di penetrare la vegetazione fino al suolo. Grazie a questa tecnologia, supportata da una gigantesca antenna da 12 metri di diametro che si apre in orbita come un ombrello, Biomass è in grado di leggere la struttura tridimensionale delle foreste: dall’altezza delle chiome fino alla densità dei tronchi e delle radici.
Con un peso di 1.250 chilogrammi e un’orbita a 666 chilometri di altezza, il satellite avrà il compito di raccogliere dati ininterrottamente per almeno cinque anni. Le sue osservazioni saranno fondamentali per comprendere come la deforestazione, il degrado del suolo e gli incendi boschivi influenzino il ciclo del carbonio, permettendo di calibrare i modelli climatici e di guidare le politiche ambientali con strumenti più solidi.
Non solo: i segnali radar di Biomass possono penetrare anche sotto la superficie nelle regioni desertiche, rivelando la presenza di bacini d’acqua sotterranei, con applicazioni potenzialmente rilevanti per la gestione idrica e l’agricoltura nei contesti più aridi del pianeta.
Una missione strategica per l’Europa e le Nazioni Unite
I dati raccolti dal satellite saranno messi a disposizione della comunità scientifica internazionale e delle Nazioni Unite, che potranno utilizzarli per monitorare in tempo reale l’efficacia delle politiche climatiche e ambientali. In particolare, Biomass contribuirà a definire con maggiore precisione il ruolo delle foreste nei Nationally Determined Contributions (NDC) degli Stati firmatari dell’Accordo di Parigi.
Come ha sottolineato Simonetta Cheli, direttrice dell’osservazione terrestre in ESA, Biomass entra a far parte della famiglia degli Earth Explorer, un gruppo selezionato di missioni scientifiche sviluppate per indagare i fenomeni chiave dell’ambiente terrestre: dai ghiacci polari all’umidità del suolo, dall’interazione tra oceani e atmosfera fino, appunto, alla biomassa forestale.
Il successo di Vega-C e l’importanza della filiera italiana
Il lancio di Biomass rappresenta anche un’importante conferma per Vega-C, il razzo leggero europeo sviluppato e prodotto da Avio. Dopo una serie di collaudi e perfezionamenti, il vettore si conferma affidabile e versatile, pronto a diventare una delle colonne portanti della strategia spaziale europea per i prossimi anni. Nei giorni precedenti al lancio, è stato testato con successo anche il nuovo primo stadio P160C, con una capacità di carico aumentata grazie a 14 tonnellate aggiuntive di propellente.
Il P160C sarà utilizzato non solo su Vega-C, ma anche come booster per Ariane-6, ampliando ulteriormente le possibilità di trasporto spaziale per il continente. In un contesto geopolitico e tecnologico sempre più competitivo, la possibilità per l’Europa di disporre di accesso autonomo allo spazio diventa cruciale. E l’Italia, con il know-how di Avio, si conferma un partner essenziale in questa corsa.
Una sfida ambientale e scientifica globale
In un momento in cui la crisi climatica richiede azioni concrete e basate su dati oggettivi, la missione Biomass rappresenta una risposta concreta e tangibile. Comprendere il ruolo reale delle foreste nella mitigazione del riscaldamento globalenon è solo una questione accademica: significa poter agire in modo più efficace, mirato e responsabile.
In un mondo dove i modelli predittivi guidano le scelte politiche, disporre di osservazioni indipendenti e affidabili sarà sempre più vitale. E proprio da questa consapevolezza nasce Biomass: non solo un satellite, ma uno strumento per aiutare l’umanità a leggere meglio i segnali della Terra — e, si spera, a proteggerla con più consapevolezza.