Luglio 9, 2025

Conclave, oggi si vota per il nuovo Papa: attese due fumate, ieri la prima era nera

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Dopo la fumata nera di ieri, oggi il Conclave riprende con quattro votazioni per eleggere il 267esimo Pontefice. Attese due nuove fumate dalla Cappella Sistina.

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Nel cuore del Vaticano, il secondo giorno di Conclave si apre con un’attesa intensa. Dopo la fumata nera di ieri sera – arrivata poco dopo le 21 – i 133 cardinali elettori torneranno a votare oggi per scegliere il successore di Papa Francesco. Il silenzio della Sistina è interrotto solo dai rituali solenni che scandiscono ogni passo del processo. Intorno alle 12 e alle 19 si attendono due nuove fumate: nere se non ci sarà accordo, bianche se l’unanimità avrà trovato il suo nome.

Una fumata nera nel segno dell’attesa

La prima giornata si era aperta nel pomeriggio del 7 maggio con la solenne formula “Extra Omnes” che ha sancito l’ingresso nel Conclave. Alle 17.40 le porte della Cappella Sistina si sono chiuse, isolando dal mondo il Collegio cardinalizio. Poco prima delle 21, dal comignolo si è levata la fumata nera. Nessun consenso raggiunto: si trattava, come previsto, di un primo scrutinio esplorativo per saggiare gli equilibri interni.

La differenza rispetto al Conclave del 2013 – quando la prima fumata si era vista già alle 19.41 – è stata attribuita a due fattori: la lunga meditazione del cardinale Raniero Cantalamessa, durata circa 45 minuti, e la presenza di un numero più elevato di cardinali, molti dei quali alla prima esperienza e non italofoni. Ne è derivata una gestione più lenta delle votazioni, resa complessa anche dalle dinamiche linguistiche.

Una Chiesa universale, dentro la Sistina

Sono 133 i porporati che oggi votano, provenienti da oltre 70 Paesi. Un Conclave mai così globale. Tra volti noti e outsider, si continua a parlare di nomi forti come Pietro Parolin, Francis Prevost, Jean-Marc Aveline, Pierbattista Pizzaballa e Matteo Zuppi. Tuttavia, dentro le mura della Sistina tutto può ancora accadere. Oggi si svolgeranno quattro votazioni, due al mattino e due nel pomeriggio, mentre le fumate resteranno due. Solo in caso di elezione del Papa la fumata bianca potrebbe anticipare l’orario, comparendo già a metà mattina o a metà pomeriggio.

Segretezza, silenzio e un solo segnale al mondo

Tutti i cardinali hanno giurato fedeltà e riservatezza. I cellulari sono stati lasciati fuori. All’esterno, le reti mobili sono disturbate da sistemi di sicurezza per impedire qualsiasi fuga d’informazioni. I 108 elettori alla loro prima esperienza vivono questi giorni con emozione e consapevolezza. Alcuni, come il cardinale bosniaco Vinko Puljic, sono riusciti a partecipare in extremis, superando problemi di salute.

In una Basilica gremita da oltre 5.000 fedeli, il cardinale decano Giovanni Battista Re ha ricordato come il mondo “attenda molto dalla Chiesa”, soprattutto in un momento storico segnato da crisi, transizioni e sfide globali. La scelta del nuovo Papa, ha detto, dovrà essere sostenuta “dalla luce dello Spirito Santo”.

Una vigilia di attesa, tra fede e storia

Oggi quindi si torna a votare. In Piazza San Pietro, come da tradizione, i fedeli sono già in attesa davanti al comignolo. Lo sguardo fisso verso quel punto, in alto, dove la storia della Chiesa potrebbe presto imprimere un nuovo nome al cammino dei fedeli. Ma il quorum da raggiungere resta altissimo: 89 voti su 133. E il processo, per quanto spirituale, resta umano. Fatto di dialoghi, votazioni, silenzi e – forse – sorprese.

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