Maggio 14, 2025

Il chip di Neuralink restituisce la voce al terzo paziente: parla grazie all’IA

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Brad Smith, affetto da SLA, ha recuperato la capacità di comunicare grazie al chip cerebrale di Neuralink e all’intelligenza artificiale: una svolta storica per le neurotecnologie.

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Brad Smith, 50 anni, è il terzo paziente al mondo a ricevere un impianto cerebrale di Neuralink. E oggi può tornare a parlare, grazie a un’interfaccia neurale avanzata e all’impiego dell’intelligenza artificiale. Affetto da sclerosi laterale amiotrofica (SLA), Smith aveva perso ogni capacità di esprimersi verbalmente. L’intervento, condotto dalla startup di Elon Musk, gli ha restituito una voce, seppur digitale, modellata sulla sua originale.

In un video pubblicato su YouTube, Smith ha mostrato come riesce a controllare un computer con il pensiero, utilizzando i segnali neurali per muovere il cursore sul suo MacBook Pro. È lui stesso a montare il filmato, che diventa così il primo video mai editato usando esclusivamente una brain-computer interface (BCI), secondo quanto dichiarato dal paziente.

Il ruolo dell’intelligenza artificiale

Neuralink non si è limitata a decodificare segnali cerebrali per fornire semplici comandi al computer. La vera innovazione è stata l’integrazione con un modello di intelligenza artificiale addestrato sulla voce di Smith, registrata prima del deterioramento provocato dalla malattia. In questo modo, il chip consente al paziente non solo di scegliere parole e lettere su uno schermo, ma anche di farle risuonare nella sua voce originaria, riprodotta in modo sintetico ma riconoscibile.

Un traguardo che guarda al futuro

La SLA è una patologia degenerativa che colpisce i motoneuroni, conducendo progressivamente alla paralisi totale. Per chi ne è affetto, comunicare diventa impossibile. Tecnologie come quella di Neuralink potrebbero rivoluzionare l’autonomia comunicativa dei pazienti, offrendo una nuova qualità della vita dove prima c’era solo silenzio.

Il chip, già testato anche da altri due pazienti, si inserisce nel cervello e interpreta i segnali elettrici prodotti dall’attività neurale. La combinazione con un’interfaccia grafica consente l’interazione diretta con sistemi digitali attraverso il solo pensiero, abbattendo uno dei principali ostacoli della disabilità motoria.

Prospettive per la neurotecnologia

Mentre altre aziende nel settore stanno sperimentando tecnologie simili – come nel caso del paziente tetraplegico che ha pilotato un drone virtuale solo col pensiero – Neuralink prosegue il suo percorso ambizioso. Non solo ripristinare funzioni perse, ma ridefinire il rapporto tra cervello umano e macchine.

Il caso di Brad Smith rappresenta un passo concreto in questa direzione: una voce che ritorna grazie a un chip e all’IA, simbolo di ciò che la scienza può restituire anche quando la malattia toglie tutto.

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