Luglio 9, 2025

OpenAI resta sotto il controllo della no-profit: nasce una Public Benefit Corporation

0

OpenAI conferma il controllo della sua struttura no-profit e trasforma la divisione commerciale in una Public Benefit Corporation: l’obiettivo resta lo sviluppo di un’AGI sicura e al servizio dell’umanità.

US-APEC-SUMMIT

Sam Altman, CEO of OpenAI participates in the "Charting the Path Forward: The Future of Artificial Intelligence" at the Asia-Pacific Economic Cooperation (APEC) Leaders' Week in San Francisco, California, on November 16, 2023. The APEC Summit takes place through November 17. (Photo by ANDREW CABALLERO-REYNOLDS / AFP) (Photo by ANDREW CABALLERO-REYNOLDS/AFP via Getty Images)

US-APEC-SUMMIT

Un passo decisivo per il futuro dell’IA, ma senza abbandonare i principi fondativi. OpenAI ha annunciato che continuerà a essere controllata dalla sua no-profit, trasformando la divisione commerciale in una Public Benefit Corporation.

La notizia mette fine alle voci su una possibile svolta interamente commerciale. Dopo mesi di speculazioni, pressioni pubbliche e la causa intentata da Elon Musk, OpenAI chiarisce che la sua missione originaria resta intatta. Il board della no-profit manterrà il pieno controllo e sarà incaricato di nominare i membri della nuova entità a scopo di lucro. La trasformazione, però, è significativa: la società “for-profit” diventa una Public Benefit Corporation (PBC), un modello che consente di bilanciare gli obiettivi economici con quelli sociali.

Una governance rinnovata, ma sempre vigilata

La nuova struttura nasce in risposta a un contesto in evoluzione, dove lo sviluppo dell’intelligenza artificiale richiede sia risorse massicce che un forte ancoraggio etico. OpenAI aveva già suscitato polemiche con la creazione, nel 2019, della sua divisione commerciale per finanziare i crescenti costi di ricerca. Le tensioni esplose nel 2023, culminate con la temporanea rimozione di Sam Altman e il conseguente rientro dopo appena cinque giorni, avevano riacceso il dibattito sul futuro della governance.

Ora, con la conferma del controllo della no-profit, OpenAI rafforza l’idea di un’IA destinata al bene collettivo. Il presidente del consiglio di amministrazione, Bret Taylor, ha dichiarato che la ristrutturazione è stata valutata in dialogo con autorità regolatorie e rappresentanti civici, mantenendo una configurazione estremamente simile all’attuale.

Una PBC per attrarre capitali e proteggere la missione

Con la creazione della PBC, OpenAI punta a superare il modello del “profitto limitato” adottato nel 2019. Le Public Benefit Corporation sono società che, per legge, devono integrare nella loro attività il perseguimento di un impatto sociale positivo, non solo il profitto per gli azionisti.

Questa nuova forma giuridica consente di accedere a capitali più ampi — come dimostrato dal recente round da 40 miliardi di dollari guidato da SoftBank — senza compromettere gli obiettivi etici dell’organizzazione. Allo stesso tempo, protegge OpenAI da scalate ostili o pressioni speculative, in un settore sempre più competitivo dove attori come Anthropic e xAI adottano modelli simili, ma senza supervisione no-profit.

Una delle no-profit più ricche al mondo

Elemento distintivo della nuova struttura è che la no-profit controllerà anche una quota rilevante della nuova PBC. Secondo le stime, questo la renderà una delle organizzazioni non profit meglio finanziate al mondo, con risorse che potranno essere utilizzate per sostenere progetti legati alla salute, all’istruzione e alla scienza.

Il valore della partecipazione sarà stabilito da advisor indipendenti, ma secondo alcuni analisti potrebbe raggiungere diversi miliardi di dollari. Queste risorse permetteranno alla no-profit di continuare a finanziare iniziative coerenti con la missione originaria e mantenere una voce autorevole nel futuro sviluppo dell’intelligenza artificiale.

La sfida: una AGI davvero per tutti

Sam Altman ha dichiarato che OpenAI vuole “costruire un cervello per il mondo, e renderlo semplicissimo da usare per qualsiasi cosa”. Lo statuto della nuova PBC includerà formalmente l’obbligo di considerare l’impatto sociale accanto al ritorno economico. La promessa è quella di un’unica missione condivisa tra la no-profit e la PBC: sviluppare una AGI sicura, trasparente e al servizio dell’umanità.

Ma la sfida è solo all’inizio. Il rischio di deviazioni commerciali resta, così come la competizione crescente. La governance mista dovrà dimostrare nel tempo di poter reggere alle pressioni del mercato senza cedere sull’etica. Il voto finale resta quello dell’opinione pubblica.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *