Luglio 9, 2025

IA linguistica, sei italiani su dieci la usano per comunicare meglio in lingue straniere

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L’intelligenza artificiale sta rivoluzionando anche il modo in cui gli italiani comunicano in lingue straniere. È quanto emerge dallo studio condotto da DeepL in collaborazione con YouGov, secondo cui il 60% dei lavoratori in Italia si sente più sicuro a comunicare in una lingua diversa dalla propria grazie all’IA, anziché affidarsi esclusivamente allo studio o alla pratica tradizionale.

Un dato che conferma la crescente diffusione degli strumenti di traduzione automatica nel mondo del lavoro e della formazione, oggi sempre più integrati nella quotidianità professionale.

Inglese al vertice, ma cresce il bisogno di strumenti avanzati

L’indagine, svolta nel marzo 2025 su un campione di oltre 1.000 dipendenti e manager italiani, sottolinea come l’inglese resti la lingua straniera più utilizzata sul posto di lavoro (92%), seguita da francese (18%), spagnolo (14%) e tedesco (5%). In media, quasi un terzo dei lavoratori utilizza una lingua straniera almeno una volta al mese, ma il dato cambia sensibilmente tra ruoli diversi: il 49% dei manager comunica spesso in un’altra lingua, contro il 26% dei dipendenti.

“La lingua non dovrebbe mai essere un freno all’innovazione. In Italia cresce la domanda di strumenti linguistici affidabili e avanzati”, ha dichiarato Jarek Kutylowski, CEO di DeepL. “L’IA può diventare un compagno quotidiano, aiutando non solo a esprimersi meglio, ma anche a cogliere nuove opportunità globali”.

Un vantaggio competitivo (ancora poco sfruttato)

Nonostante i benefici percepiti, oltre la metà dei professionisti italiani (52%) non ha mai utilizzato sistemi di traduzione IA, e solo un lavoratore su dieci ha accesso a soluzioni linguistiche a pagamento fornite dall’azienda.

Le barriere principali? La fiducia nei risultati (44%), i dubbi sull’accuratezza delle traduzioni (37%) e le preoccupazioni legate alla privacy dei dati (21%). In particolare, donne e giovani manifestano una maggiore attenzione alla qualità linguistica e alla tutela delle informazioni personali.

Eppure, più della metà degli intervistati (51%) è convinta che l’IA linguistica porterà un vantaggio competitivo globalealle aziende. E il 32% la considera una priorità strategica nei prossimi cinque anni.

Comunicazione e carriera: un legame sempre più stretto

La rilevanza delle competenze linguistiche si riflette anche nelle aspettative di carrieraoltre il 72% dei professionisti ritiene che la padronanza di altre lingue influenzi in modo decisivo la crescita professionale. Allo stesso tempo, il 46% teme che una comunicazione inefficace sui mercati esteri comprometta la competitività aziendale — una preoccupazione condivisa da quasi due manager su tre (63%).

Un sentimento che si rafforza tra gli under 45: il 49% ritiene che le barriere linguistiche limitino il potenziale internazionale delle proprie aziende, contro il 44% rilevato tra gli over 45.

Anche i consumatori chiedono di essere ascoltati

L’impatto della lingua come elemento strategico non riguarda solo il B2B, ma coinvolge anche il comportamento dei consumatori. Secondo lo studio, il 38% degli utenti ha abbandonato un prodotto o servizio perché non disponibile nella propria lingua. Un dato che evidenzia come la localizzazione linguistica sia diventata un imperativo, non solo operativo ma anche commerciale.

In sintesi, l’intelligenza artificiale linguistica si sta imponendo come uno strumento cruciale per la comunicazione e la competitività, ma servono ancora più fiducia, formazione e investimenti per sfruttarne appieno il potenziale.

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