Riflessioni post Pasqua. In rete un post virale che sta facendo meditare

La Redazione

Siamo a poche ore dal termine di questo periodo pasquale che dopo due anni, causa pandemia, è ritornato ad essere come da tradizione quello lasciato nel 2019 con i suoi riti religiosi e popolari.

Massiccia la partecipazione di tanti credenti e non alle varie cerimonie in chiesa, processioni e con oggi l’ultima scampagnata di Pasquetta del periodo festivo appena trascorso, come da rituale in barba al cattivo tempo o alle temperature alquanto fuori stagione.

A letere di tutto questo, un post virale che sta facendo il giro del web a firma di un “anonimo” con delle riflessioni piuttosto ficcanti in merito al significato della Pasqua.

Lo riportiamo integralmente di seguito.

Ammalati, disoccupati, soli, abbandonati, traditi, sfruttati, abusati, perseguitati, profughi di guerra ecc. No, non sono dei semplici aggettivi, ma le condizioni in cui molti uomini vivono; una realtà triste che fa a cazzotti con l’era 2.0 dove nulla manca, dove si può avere tutto, o quasi, dove vige il “politically correct”, ma cosa manca? L’essenziale! Bene. In questo giorno di resurrezione ecumenica, umana o spirituale, il pensiero non può che essere rivolto soprattutto a quelle persone che nel SILENZIO ASSORDANTE di un modo talvolta assente, combattono per poter rinascere dalla propria “croce” e senza pretesa alcuna; quelle persone che anche se all’apparenza possono sembrare “immuni” da tutto e da tutti, lottano e mettono in gioco quella che spesso viene riconosciuta come debolezza, ma debolezza non lo è, perché essere SENSIBILI è sinonimo di intelligenza emotiva forte e chiara! Certo, nessuno si può issare a giudice (lungi da me questa idea) ma occorre sottolineare che la VERA PASQUA non deve rimanere un semplice “…anche a te e famiglia”, o sterile e freddo messaggio. La vera Pasqua, come ci insegna il libro più antico e famoso del mondo, è un passaggio, un farsi prossimo, un essere autentico (soprattutto se si fanno opere o iniziative di bene) con chi reputiamo “diverso” da noi! Su quella croce c’era un uomo come tanti, ma rivolto verso tanti! Guerre, opportunismo, pseudo perbenismo, ignoranza verso chi abbiamo accanto o verso chi c’è stato non fanno altro che essere l’esatto opposto di quello che significa PASQUA, passaggio, nuova vita. La “santità” intesa come vita “immacolata” non è perfezione, ma pellegrinaggio collettivo affinché non ci si perda, affinché ci si ricordi anche di quella “pecorella smarrita”. Se vogliamo festeggiare la Pasqua, partiamo dal diverso, dal lontano, dal vicino che non vediamo.
Auguri di luce ad ognuno di noi, per vedere bene e non solo osservare distrattamente, tanto basto a me stesso.
Condividi! Provocazione? No, coraggio!
(Anonimo)“.

Cosa ne pensate?

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