Sir Ranieri porta il Cagliari in A. Per il Bari la più nobile sconfitta. Sarà ancora cadetteria per i galletti, ma da applausi. Il fatto

La Redazione

“No, no non fischiate solo applausi per tutti”. Sono le 23:00 circa e mister Claudio Ranieri si avvicina al settore ospiti dello Stadio San Nicola dove erano assiepati circa 1200 tifosi del Cagliari per ringraziarli ed incitarli a non fischiare nessuno e a godersi solo la loro gioia dando onore agli avversari.

Un momento, una fotografia, uno spaccato dell’epilogo del match, valevole per il ritorno in serie A, tra Bari e Cagliari che si è disputato ieri sera in uno stadio San Nicola sold out, con quasi 60mila persone a tifare per i propri beniamini.

E’ finita a favore dei sardi con un acuto di Pavoletti a 2 min dalla fine del recupero corposo (7 min ndr.) assegnato dall’arbitro Guida, ma il sopracitato gesto di Ranieri e le lacrime dello stesso a fine gara resteranno per sempre negli annali del calcio come spot sano e emotivamente coinvolgente di uno sport che deve solo e soltanto raccontare di vittorie e sconfitte (fanno parte anche queste di questo gioco come nella vita ndr.) e non di altro che andrebbe a macchiare, come successo, un qualcosa di nobile e un simbolo per tutti gli italiani.

Ranieri con il suo Cagliari, dunque, è riuscito nell’impresa di riportare i sardi in serie A dopo un solo anno di B e lo ha fatto con bravura, garbo e signorilità componenti che forse andrebbero accresciute in questo ambiente. Vien da pensare che si può vincere anche con onestà; utopia?

Chi di voi, noi non ricorda la cavalcata degli azzurri nel lontano, ma sempre vivo e presente, 2006 quando l’Italia di Lippi riuscì a salire sul tetto del mondo conquistando il mondiale nonostante l’era infausta dell’epoca “calciopoli”; il Chievo Verona dei miracoli; L’Albinoleffe, la Fidelis Andria tutte realtà che con impegno e dedizione negli anni e nella storia del calcio giocato sono riuscite a raggiungere dignitosi obiettivi e lo hanno fatto sempre con sana competizione.

Stride, fa rabbia assistere ancora oggi a scontri tra tifoserie anche della stessa regione; a dispute sottobanco per aggiudicarsi una partita o vendersela; all’annullamento quasi totale del regolamento o della disciplina che governa questo sport; al continuo mercimonio di danaro per ottenere vanagloria.

Andremo in controtendenza, d’altronde ci chiamiamo “stranifatti” e ci piace anche farlo per una giusta causa: quello accaduto ieri, per noi, deve rimanere l’emblema del calcio da dove ripartire, non serve aggiungere altro e che lo abbia fatto Ranieri o chicchessia, poco importa, ma sono i gesti quelli che contano, a prescindere da un successo o un non successo.

Ritornando alla partita, abbiamo parlato del Cagliari ora parliamo del Bari e lo facciamo con estrema obiettività e sportività: questa squadra, da neo promossa, ha fatto tutto quello che avrebbe potuto fare di positivo, forse anche qualcosina in più, stravolgendo tutte le più infelici aspettative. Un gruppo di giovani, guidato da un allenatore esordiente in B giovane anch’egli, che ha stupito tutti con gioco, determinazione, coraggio e coesione.

Solo applausi per una squadra, una società e dei tifosi (anche ieri encomiabili ndr.) che hanno fatto parlare di se in tutta quell’Italia calciofila e non, ma occorre aggiungere un’altra cosa: Bari non ha bisogno di tifosi occasionali, Bari merita il seguito di una grande squadra perché per storia, blasone e bacino di utenza “La Bari” era, è e resterà una grande squadra che merita un grande pubblico.

Non sarebbe stato facile per nessuno, anche per i più esperti, giocare di fronte a 60mila persone con una responsabilità come quella della serie A da conquistarsi, e questi ragazzi ci hanno provato sino alla fine. Sarà di nuovo serie B per i galletti, ma sicuramente da applausi da tributare ora e nell’imminente futuro.

Ci si aspetta, adesso, che per lo meno non venga stravolta l’ossatura di questa squadra e che si creino nuovi stimoli per poter raggiungere traguardi importanti e per poterlo fare, come ben si sà, occorrono oculati e mirati investimenti e un programma chiaro e preciso che solo la società dovrà esternare quanto prima e i De Laurentiis in questo non sono di certo sprovveduti.

Buona serie A al Cagliari e quanto al Bari che a nostro avviso ha perso con il miglior allenatore che gli potesse capitare come avversario, buona ripartenza come prima, più forti di prima prendendo proprio spunto da Sir Claudio Ranieri: 11 giugno 2023 ore 23:00. Per i baresi, per i sardi e per tutti, chapeau!

Stefano Patimo

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