Due anni di guerra in Ucraina, il primo conflitto a colpi di droni. Meloni a Kiev per il G7 da presidente

La Redazione

Oggi è il giorno del secondo anniversario dell’invasione russa dell’Ucraina e la premier Giorgia Meloni presiede la riunione del G7 da Kiev, con la riunione in videoconferenza alla quale interviene anche Volodymyr Zelensky. Il presidente ucraino ringrazia gli Usa per le nuove sanzioni alla Russia. Intanto sia Biden che il presidente francese Macron rinnovano il sostegno a Kiev. “Fermare Putin ora o tornerà a prendersi di più”, le parole del ministro degli Esteri
britannico, David Cameron. Ieri l’annuncio di Zelensky: “Presto una nuova controffensiva”.

A proposito del conflitto, la guerra in Ucraina ha definitivamente confermato la centralità dell’utilizzo di droni, velivoli senza pilota, ormai usati per colpire e non solo per attività di ricognizione.
All’origine della centralità dei droni in questa guerra vi è stata l’incapacità di entrambe le parti di prendere il controllo dello spazio aereo a causa dei sistemi di difesa integrati in dotazione a entrambi gli eserciti. Uno stallo che ha spinto Kiev a seguire una strategia ben precisa, utilizzando i droni per sopperire alla differenza di forze in campo.
L’Ucraina ha usato a proprio favore i vantaggi dell’uso di velivoli divenuti nei mesi sempre piu’ piccoli e non rilevabili
dai radar nemici, oltre che letali, economici, facili da manovrare e rapidi da produrre. In Ucraina i droni hanno ridotto
la cosiddetta ‘catena della morte’, vale a dire il lasso di tempo che passa dal momento in cui il nemico viene individuato a quando viene annientato. Attivita’ di ricognizione, attacchi mirati oltre le linee, monitoraggio del nemico, sono tutte attivita’ strategiche fondamentali che in questa guerra sono state affidate a velivoli senza pilota. Allo stesso tempo il conflitto ha accelerato la ricerca e lo sviluppo dei droni da combattimento.
Kiev ha prodotto e utilizzato droni che vanno dalle dimensioni del palmo di una mano, fino a velivoli di 500 chili per colpire e rallentare l’avanzata russa. Mosca è scesa in campo forte del proprio esercito e solo in un secondo momento ha capito l’importanza dei droni nell’influenzare l’andamento del conflitto, pagando questo ritardo a caro prezzo. 

Stefania Losito

Fonte Radio Norba

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