Gli italiani vogliono l’auto elettrica, ma il prezzo resta un ostacolo
Il 40% degli italiani valuta l’acquisto di un’auto elettrica entro il 2026, ma il 56% è frenato dal prezzo. I dati, le percezioni e le prospettive della mobilità sostenibile in Italia.


L’interesse degli italiani per la mobilità elettrica è in netto aumento. Secondo un sondaggio condotto da Europ Assistance e Ipsos e pubblicato ad aprile 2025, il 40% degli intervistati si dice intenzionato a valutare l’acquisto di un’auto elettrica entro i prossimi dodici mesi. Si tratta della percentuale più alta d’Europa, un dato che conferma la crescente sensibilità ambientale del pubblico italiano e l’attenzione verso soluzioni di mobilità più sostenibili.
Tuttavia, alle intenzioni non corrisponde sempre un’azione concreta. Il 56% degli italiani indica il prezzo elevato dei veicoli elettrici come principale ostacolo all’acquisto. La distanza tra desiderio e realtà resta ampia e riflette un problema strutturale, che non riguarda solo la tecnologia, ma anche accessibilità economica, infrastrutture e politiche pubbliche.
Italiani più green della media europea
Il dato più interessante emerso dal sondaggio è che gli italiani sono i cittadini europei più interessati a passare all’elettrico. Mentre la media UE si attesta attorno al 27%, in Italia il 40% degli intervistati ha dichiarato di voler acquistare un veicolo a batteria nel corso del 2026. Un segnale positivo, che dimostra come la comunicazione ambientale e la crescente presenza di modelli EV nel mercato abbiano stimolato la curiosità e la disponibilità del pubblico.
Le motivazioni sono molteplici. In primo luogo, l’interesse per una mobilità a zero emissioni si affianca al desiderio di ridurre i costi legati ai carburanti tradizionali. Inoltre, le zone a traffico limitato e i benefici fiscali nelle grandi città spingono verso un maggiore pragmatismo nelle scelte automobilistiche.
Il prezzo medio dell’elettrico resta fuori portata
Nonostante l’apertura culturale verso il cambiamento, i vincoli economici restano il principale deterrente. Oggi, in Italia, il 67% dei potenziali acquirenti non è disposto a spendere più di 30.000 euro per un’auto elettrica. L’81% fissa il tetto massimo a 40.000 euro, ben al di sotto del costo medio dei modelli elettrici attualmente in commercio.
Anche con gli incentivi statali, il divario tra offerta e capacità di spesa è ancora marcato. Molti modelli entry-level restano poco accessibili, soprattutto per le famiglie che necessitano di auto spaziose, performanti e adatte a lunghi spostamenti.
In assenza di una vera politica industriale del prezzo, il rischio è che l’auto elettrica resti una soluzione “per pochi”, in contrasto con la necessità di una transizione diffusa e capillare.
Infrastrutture insufficienti e autonomia ancora percepita come un limite
Il secondo fattore critico riguarda le infrastrutture di ricarica. Il 26% degli italiani intervistati segnala una carenza di colonnine e la difficoltà di trovare stazioni disponibili in prossimità del proprio domicilio o lungo i tragitti abituali. Anche l’autonomia delle batterie, pur in costante miglioramento, è ancora vista con sospetto dal 18% degli utenti, che temono di non riuscire a coprire lunghe distanze in modo agevole.
In questo contesto, si conferma il ruolo strategico degli investimenti pubblici e privati per lo sviluppo di una rete di ricarica capillare, veloce e affidabile, elemento imprescindibile per accompagnare l’espansione del mercato elettrico.
La scarsa esperienza diretta rallenta la conversione
Altro dato rilevante riguarda la scarsa familiarità degli italiani con i veicoli elettrici. Il 61% non ne ha mai guidato uno, e il 56% non ha mai chiesto nemmeno un preventivo per l’acquisto. L’esperienza concreta resta limitata, e questo contribuisce a mantenere un certo grado di diffidenza, alimentata da notizie fuorvianti o da pregiudizi sulla sicurezza, l’affidabilità o i costi nascosti dei modelli EV.
Tra chi ha invece fatto richiesta di preventivo, solo un terzo ha finalizzato l’acquisto, segno che tra curiosità e decisione definitiva esiste ancora un ampio margine di incertezza. È evidente come l’educazione alla mobilità sostenibile – attraverso test drive, eventi pubblici, promozione nei concessionari – debba diventare una leva centrale nelle strategie di marketing e nelle politiche pubbliche.
Il ruolo chiave degli incentivi pubblici
Per colmare il divario tra interesse e accessibilità, sarà determinante rafforzare gli incentivi all’acquisto. Alcune regioni italiane – come la Lombardia – stanno già offrendo contributi importanti, cumulabili con i bonus statali, che possono abbattere significativamente il costo finale del veicolo. Ma si tratta ancora di interventi frammentari, spesso legati alla disponibilità di fondi a tempo limitato.
Serve un sistema nazionale stabile, semplice e trasparente, che permetta di pianificare l’acquisto nel tempo, senza incertezza o vincoli burocratici eccessivi. Un sistema che sappia premiare non solo l’acquisto, ma anche il leasing, il noleggio a lungo termine e la rottamazione di veicoli inquinanti.
Incentivi sì, ma servono anche modelli più economici
Parallelamente, è necessario che i costruttori rispondano con una gamma di modelli più economici. L’arrivo previsto nel 2026 di veicoli elettrici da 20.000 euro, come promesso da Volkswagen e Renault, potrebbe rappresentare una svolta concreta. Ma fino a quel momento, il mercato italiano resterà sospeso tra volontà e possibilità.
Le city car elettriche, i veicoli compatti e le soluzioni di mobilità urbana dovranno diventare protagonisti della nuova mobilità, senza rinunciare a qualità, sicurezza e comfort. L’Italia, per la sua configurazione urbana e la sua rete stradale, è un mercato ideale per l’elettrico leggero, ma la proposta commerciale deve adeguarsi alle esigenze di un pubblico ancora cauto e razionale.
Una transizione possibile, ma da costruire
Gli italiani vogliono cambiare, e i numeri lo confermano. Ma la strada verso una mobilità completamente elettrica è ancora lunga e richiede interventi coordinati, sia a livello nazionale che europeo. Serve una visione di lungo periodo che sappia rendere l’elettrico davvero competitivo, e non solo ambientalmente virtuoso.
Ridurre i prezzi, potenziare l’infrastruttura, semplificare gli incentivi e far conoscere meglio i veicoli elettrici: solo così si potrà trasformare l’interesse degli italiani in scelte concrete e diffuse, contribuendo al tempo stesso agli obiettivi di decarbonizzazione e alla costruzione di un futuro più sostenibile.