Starbase, Texas: nasce la città di Elon Musk, tra razzi e polemiche

epa08855437 SpaceX owner and Tesla CEO Elon Musk arrives on the red carpet for the Axel Springer award, in Berlin, Germany, 01 December 2020. EPA/HANNIBAL HANSCHKE / POOL

Con un referendum dall’esito schiacciante, il piccolo insediamento di Boca Chica Village è stato trasformato ufficialmente in un nuovo comune texano: Starbase. Il progetto, fortemente voluto da Elon Musk, ha ottenuto il sì del 97% dei 283 elettori, in larga parte dipendenti di SpaceX. La nuova municipalità si estende su un’area di circa 4 km² a ridosso dell’Atlantico, al confine con il Messico, ed è destinata a diventare l’epicentro del sogno interplanetario del fondatore di Tesla.
Un progetto iniziato con una vanga
Era il 2012 quando Elon Musk acquistava i primi terreni nella zona, destinandoli alla nascita di una base di lancio spaziale. Da allora, quel tratto di costa texana è diventato un centro nevralgico per i lanci di SpaceX, con alloggi aziendali, strutture operative e un crescente indotto turistico. Musk stesso vi ha preso casa – in una via chiamata non a caso Memes Street – e in suo onore è stato eretto un busto, recentemente vandalizzato per le sue posizioni politiche vicine a Donald Trump.
Un nuovo comune, un solo uomo al comando
Con la nascita di Starbase, Musk conquista anche un potere formale sul territorio. Il primo sindaco sarà Bobby Peden, vicepresidente di SpaceX, eletto senza opposizione. Una figura aziendale al governo locale, come nelle antiche company towns americane. Ora SpaceX potrà gestire direttamente tasse, servizi, infrastrutture e anche l’accesso a strade e spiagge, con l’obiettivo dichiarato di passare da 5 a 25 lanci all’anno.
Tra sogni marziani e proteste terrestri
Sulla carta d’ingresso alla città campeggia lo slogan “Gateway to Mars”, chiara allusione all’ossessione di Musk per la colonizzazione del Pianeta Rosso. Tuttavia, sulla Terra, le contestazioni non mancano. Le autorità della contea e gli ambientalisti denunciano da tempo i rischi legati all’inquinamento e all’erosione costiera. Nel 2024, SpaceX è stata multata per quasi 150.000 dollari per scarichi irregolari di acque reflue, mentre continuano le pressioni per maggiori controlli ambientali.
Il trasferimento delle attività da California a Texas non è solo simbolico. Musk ha scelto il Lone Star State per ragioni politiche e fiscali, abbracciando un contesto più permissivo e favorevole all’imprenditoria. Qui ha concentrato un ecosistema che va dalla produzione ai lanci spaziali, rafforzando un potere economico e simbolico sempre più centralizzato.
Una visione privata del futuro
Starbase è oggi il manifesto più visibile della visione di Musk: una città fondata e controllata da un’impresa privata, in cui tecnologia, potere e visione politica si intrecciano senza filtri. Se sarà il primo passo verso Marte o verso un nuovo tipo di governance “aziendale” è ancora presto per dirlo. Di certo, Starbase non è una città qualunque.