Luglio 16, 2025

Il delitto di Chiara Poggi: le piste e le ipotesi tra logico e illogico

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Parallelamente alla nuova indagine, quello che viene definito “il giornalismo delle suggestioni”

Garlasco. Nel contesto di una nuova indagine – condotta come sappiamo dalla Procura della Repubblica di Pavia, che sta lavorando nel silenzio e nella totale discrezione – anche le tante inchieste giornalistiche. Quest’ultime in discussione. Come del resto accade per ogni caso di cronaca nera e giudiziaria passato ai media. E allora non si capisce perchè ci si stupisca di tanta attenzione e clamore mediatico.

Il caso Garlasco

Indubbiamente e triste da dirsi, la vicenda su Garlasco fa hype: e lo stiamo vedendo da mesi con l’acceso dibattito pubblico che è anche social. Con quelli che sono definiti “processi mediatici” ma che stanno trascendendo. Si parla infatti di “horror show”: da giorni sono infatti virali sui vari canali social, post a dir poco di cattivo gusto con fotomontaggi e riproduzioni in AI su tutti i protagonisti (loro malgrado e nessuno escluso) di questa orrida vicenda. Il culmine della bassezza della “spettacolarizzazione del dolore” si è avuto poi con la canzoncina social “Chi ha incastrato Alberto Stasi”. Anche questa molto condivisa dagli internauti, chiaramente tra sorrisi amari. Ma a nessuno viene in mente che tutto questo “circo mediatico” sia dovuto alla forte indignazione generale dell’opinione pubblica che smuove le coscienze, frutto di indagini fatte male?

Una domanda è d’obbligo: ma se tanti dei reperti più importanti sono andati persi (il pigiama, l’intonaco, i capelli spezzati (una ciocca) nella mano della vittima, gli oggetti rinvenuti nel canale risultati positivi al luminol) cos’ha allora in mano la procura di concreto? Un’indagine nell’indagine: quella sulla scoperta degli assassini di Chiara e parallelamente quella sulla vecchia indagine iniziale. Dagli elementi a disposizione (quel che è rimasto) è più fattibile che si trovino i colpevoli di quelle indagini che non i colpevoli dell’omicidio, veri ed eventuali. Nella “giustizia degli uomini” sbagliare è umano, tuttavia. Ma alla luce di tutto, più che di suggestioni sarebbe più consono parlare di similitudini, di analogie. Proprio per rispetto degli uomini tutti.

Garlasco: tra logico e illogico

Intanto, tra gli addetti ai lavori (consulenti, legali, ex magistrati ed ex inquirenti) e tra gli stessi professionisti dell’informazione, c’è chi parla di giornalismo delle suggestioni. Come ad esempio Selvaggia Lucarelli, che ospite della trasmissione in prima serata di Milo Infante, ha definito – a parer suo – essere tutto “illogico” e “populistico”.

Si. E’ illogico rimanere a casa in compagnia (di quello che era allora per la vittima) del proprio fidanzato (quindi in intimità), se vi erano dei problemi di coppia come detto dai coniugi Poggi.

E’ logico avere nel caso due cellulari: non ci sarebbe nulla di strano se così fosse stato, dato che tanti datori di lavoro richiedono un secondo telefono ai propri lavoratori, per essere questi facilmente reperibili – dedicato al lavoro. Di cosa ci si indignerebbe?

E’ logico, anche, a quella giovane età guardarsi attorno (normale): in che modo si infangherebbe una ragazza pulita?

E’ illogico uccidere la propria ragazza (così brutalmente) dopo una serata in casa a mangiare la pizza e in procinto di stare per laurearsi: questi non ne avrebbe avuto il pensiero – con lei che lo aiuta pure con la tesi rinunciando alle vacanze con i propri genitori e condividendo quasi tutto con lo stesso.

E’ logico quanto illogico buttare eventuali armi del delitto sotto casa di un parente stretto della stessa vittima ed essendo essi stessi parenti più prossimi di questa. E’ illogico – se davvero l’azione omicidiaria è avvenuta tra le 9.12 e 9.35 (orario stabilito del decesso) (o comunque nell’ormai piena mattinata, quando quasi la totalità della gente è in attività) – che nessuno abbia sentito e/o visto nulla: benchè un grido o un movimento minimo.

E così via si potrebbe continuare tra logico e illogico. Si, in un certo senso è tutto illogico. Più che altro inspiegabile e irrisolto. Certamente è illogico pensare che si sia riaperta un’indagine per volere della stessa magistratura inquirente (e non partita da un’inchiesta giornalistica) se non si avrebbe avuto nulla in mano sulla quale sarebbe valsa la pena farlo – anche a fronte di un’ingente spesa pubblica e, mettendo in moto la grande macchina investigativa e giudiziaria.

Il giornalismo “delle suggestioni”

E poi (sempre nel campo delle stesse ipotesi e suggestioni) ci sarebbe da domandarsi perchè i sogni onirici scelgano di far visita sempre al solo sonno del buon avvocato Lovati (legale della difesa). Poi, altro interrogativo: perchè tra tutti gli amici del fratello della vittima (Marco Poggi) si torna a insistere proprio su Sempio? A tal proposito, il padre di lui, il sig. Giuseppe Sempio parla di “persecuzione vigliacca” volta a “voler incastrare il figlio da parte di qualcuno” in un’intervista per Quarto Grado. Di “un complotto ordito da chi vorrebbe far ricadere tutte le colpe su di lui”, dice. Il capro espiatorio: lo stesso agnello sacrificale in uno dei vecchi post di Sempio? Chissà, sempre per rimanere nel campo delle ipotesi.

Altra stranezza: la linea comune delle due parti in causa. Accusa e difesa, o meglio, le due difese: quella di Stasi e di Sempio, entrambe convinte dell’innocenza dello stesso condannato. E soprattutto c’è da chiedersi: è logico pensare che un procuratore come Fabio Napoleone abbia scoperchiato la questione se si fosse trattato di sole suggestioni? Se le stesse dovessero aiutare ad unire i tanti puntini, ben vengano. Quale miglior modo di onorare la memoria di una ragazza trucidata – giovane e brillante – se non rendendole la giusta giustizia ricercando la vera verità.

Con delle dovute considerazioni da fare: serve cautela e prudenza. Per non sentirsi “nudi in casa propria” e non mettere alla gogna un indagato: rendendogli la vita impossibile, condannandolo prima di un processo. In un contesto già di (strani) suicidi come Garlasco. Il linciaggio mediatico che crea il mostro può essere fatale per chi non regge il peso di tale accusa (infamante e marchiante a vita): ricordiamoci di Pietrino Vanacore con il caso di Via Poma. Ma anche dello stesso padre di Stasi, morto di crepacuore dopo la condanna del figlio.

La nuova indagine di Pavia – i primi passi avanti

Intanto notizia delle ultime ore: grazie alla ricostruzione in 3D della nuova indagine, è stata rinvenuta un’impronta mai repertata nel primo gradino delle scale conducenti alla tavernetta di casa Poggi, proprio dov’era riverso il corpo della vittima. Scoperta clamorosa che arriva proprio alla vigilia del maxi incidente probatorio. Dalle prime indiscrezioni partite da un’esclusiva de Il Tempo, si tratterrebbe di un’impronta compatibile con una scarpa. E c’è già chi la collega alle scarpe ritrovate insieme ad alcuni indumenti nel canale di Tromello, nove giorni dopo il delitto. La vicenda si fa dunque sempre più oscura ed intricata, e non mancheranno ulteriori sviluppi e aggiornamenti.

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