Luglio 9, 2025
avvocati
avvocati

Da fuori la sensazione è quella che, siccome sono finiti gli argomenti, la si stia buttando in caciara. Non a caso si parla nelle ultime ore di “circo mediatico”

Il rinnegare, il rinfacciare, le accuse di “terrapiattismo” e di “regia dietro” dei giorni scorsi, le bufale vendute per scoop (come quelle riguardanti lo stesso fratello della vittima Chiara Poggi, Marco) di fronte ad una indagine – basata si, sugli elementi rimasti delle prime indagini, ma che vuole ripartire da zero provando a riscrivere una nuova verità – di un magistrato dell’antimafia quale è Napoleone e dei carabinieri di Moscova. Delle eccellenze investigative che meritano fiducia e rispettabilità. Il tutto nella “guerra tra talk show”. Si, la cosiddetta macchina del fango è in moto e ci vuole non solo prudenza e cautela, ma anche rispetto: che è quello che manca da parte di molti. Considerando le suddette accuse gravi che indirettamente offendono la stessa magistratura, oltre che la parte offesa.

Alla luce di tutto quanto sta emergendo, tuttavia, parrebbe trattarsi di truffa/fuffa mediatica e poca ciccia. Perché il testimone Muschitta – per dirne solo una – avrebbe dovuto inventarsi tutto, andando persino a rendere spontanea testimonianza in caserma? Considerando che lo stesso abbia confermato il tutto ai suoi conoscenti, anche dopo aver ritrattato. Dobbiamo davvero pensare che questo soggetto ci abbia tenuto così tanto, ai tempi, a farsi passare per mitomane? E poi (altra assurdità), perché alzare un polverone su Marco Poggi se lo stesso è stato acclarato, con prove certe, si trovasse davvero in vacanza in Trentino con i suoi?

A questo punto ci si chiede: chi oltre agli stessi Chiara e Alberto sapeva che quest’ultimo sarebbe andato a dormire a casa propria, sapendo quindi la vittima sola in casa? Poichè è evidente che nessuno avrebbe rischiato di entrare in casa con l’intento omicidiario se solo ci fosse stato il benchè minimo dubbio o sospetto di trovarsi di fronte ad un intruso, ostacolo o imprevisto. Come è naturale pensare. Davvero è un “gioco sporco”, quello così definito da alcuni mass media? Si vuole davvero far passare Stasi per vittima di errore giudiziario o c’è davvero dell’altro che ancora non è venuto allo scoperto? Di certo c’è che da qualunque lato la si guardi, in questa vicenda i poteri forti ci sono stati. E lo dimostrano le tante contraddizioni, lacune e ritrattazioni. In ultimo anche il nuovo testimone intercettato dal contenitore giornalistico Mattino5 News, che a seguito delle sue dichiarazioni rese pubbliche e messe a verbale, sarebbe stato minacciato da terzi (sempre stando alle parole dello stesso).

Da profani osservatori che seguono con interesse la vicenda, si cominciano a nutrire seri dubbi sulla fattibilità della nuova inchiesta e, di un nuovo processo in vista eventuale. Non ci sono gli elementi, allo stato attuale, per portare sul banco degli imputati chicchessia: che si tratti dell’attuale o di un nuovo, possibile indagato. C’è tutto nella narrazione di questa brutta pagina di storia della cronaca nera e giudiziaria: “l’horror show”, “il giornalismo delle suggestioni”, “il fumo negli occhi”, il “Garlasco show” (come così sono state intitolate delle puntate di nera) e, a monte, tanta omertà.

Con una considerazione: è giusto rammentare il passato per poter scrivere il presente e guardare al futuro, ma non si capisce perché tutti coloro i quali ai tempi intervennero, indagarono, analizzarono e giudicarono, oggi sono ancora presenti e chiamati a dire la loro in questo nuovo e possibile scenario (facendola quasi da padrone nei salotti tv): forse per continuare alla stessa maniera e finire il lavoro svolto come allora? Da fuori non si capisce se la vera verità non la si voglia cercare o se non ce ne sia un’altra diversa da quella già stabilita, girandoci soltanto attorno. Tra incidenti probatori, anche quelli di percorso: molteplici – questi invece non “probabili” ma assodati. Con la differenza che fra chi ha commesso degli errori investigativi all’epoca, c’è chi lo ammette facendo mea culpa e chi no, cercando di mettere in cattiva luce la nuova indagine. Da poco si è parlato infatti di “indagine illecita o deviata”.

L’intero sistema (mainstream e opinione pubblica) è intanto nettamente spaccato tra innocentisti e colpevolisti (senza garantisti, molti dei quali complottisti) da stadio: facendo tifoserie come in una disputa. Il giornalismo, come dice qualcuno, ne esce a pezzi da questa storia. E alla vera vittima si aggiungono “le vittime collaterali” di una narrazione che “fa morti e feriti (e anche acqua) da tutte le parti”. “Da vittime, siamo passati ora ad essere i colpevoli” dicono i coniugi Poggi, Giuseppe e Rita.

Intanto, notizia dell’ultim’ora: la Cassazione conferma la semilibertà per Alberto Stasi dopo la richiesta di revoca della stessa avanzata dalla Procura Generale di Milano, a fronte di una mancata autorizzazione a rilasciare per il detenuto un’intervista realizzata durante un permesso premio dalla trasmissione Le Iene. E proprio lo stesso programma di Davide Parenti è stato condannato nell’aprile di quest’anno a risarcire per diffamazione aggravata la cugina di Chiara, Stefania Cappa. Il reato in questione ai danni della donna, si è verificato durante uno speciale su Garlasco andato in onda nel maggio 2022. I due imputati, l’autore Riccardo Festinese e la iena Alessandro De Giuseppe, sono stati condannati a pagare una multa di 500 euro ciascuno con un risarcimento provvisionale di 10mila euro in favore della Cappa. E altre querele sono state già annunciate dalla famiglia Poggi a tutela dei loro familiari e della memoria della loro figlia barbaramente assassinata.

In tanti si chiedono ora se l’indagine della Procura di Pavia si chiuda in un nulla di fatto e se si tratti dell’ennesimo caso di procedimento penale archiviato. Seguiranno risvolti sulla vicenda, data la fine dell’incidente probatorio prevista per fine ottobre, con l’ultima udienza fissata al 24 dello stesso mese (c.a.).

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *