Luglio 9, 2025

Virali sui social i video generati da Veo 3: come funziona l’IA di Google

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social network sono invasi da video generati da Veo 3, il più recente modello di intelligenza artificiale sviluppato da Google. Presentato il 20 maggio 2025 durante la Conferenza degli sviluppatori, lo strumento è già diventato virale su Instagram, TikTok e X grazie alla sua capacità di produrre clip visivamente realistiche, accompagnate da musica, effetti sonori e parlato sincronizzato con il labiale. Una novità assoluta che, secondo il CEO di DeepMind Demis Hassabis, segna la fine dell’era dei “video silenziosi”.

Veo 3: il prompt diventa cinema

La vera innovazione di Veo 3 risiede nella sua capacità di tradurre descrizioni complesse in immagini animate coerenti. Gli utenti possono dialogare con il sistema tramite un’interfaccia simile a quella di un chatbot, fornendo descrizioni dettagliate di personaggi, ambientazioni e dialoghi. “Puoi descrivere come deve parlare un personaggio, che tono usare, e lui lo fa”, ha spiegato Hassabis. Secondo Axios, il modello eccelle nel rispetto delle leggi della fisica, nella rappresentazione realistica delle persone e nella riproduzione fedele delle espressioni facciali – incluse le dita corrette per ogni mano, un dettaglio spesso problematico per altri generatori visivi.

Qualità visiva e audio mai vista prima

I video generati da Veo 3 hanno colpito gli osservatori per il livello di realismo privo di artefatti evidenti. Le clip circolate finora sembrano uscite da film, interviste televisive o reportage di strada, tanto che alcuni contenuti hanno suscitato discussioni sui confini tra realtà e finzione. Un esempio emblematico è un video dove i personaggi protestano contro i loro creatori, diventato virale con oltre 4 milioni di visualizzazioni su X. Ancora più discusso un altro clip in cui i protagonisti rifiutano di credere di essere generati da un’IA, superando i 5,7 milioni di views. Anche Demis Hassabis lo ha ricondiviso.

Tra entusiasmo e inquietudine

Se da un lato Veo 3 rappresenta una svolta tecnologica straordinaria, dall’altro alimenta curiosità e perplessità, soprattutto in merito a possibili usi fuorvianti. Secondo The Verge, però, Veo 3 non è al momento uno strumento progettato per creare deepfake in senso stretto. Pur riconoscendone la potenza e l’impatto visivo, la testata sottolinea come il sistema, sebbene “un po’ inquietante”, non sembri progettato per la disinformazione, ma piuttosto come “una vera e propria macchina da guerra dell’intelligenza artificiale”.

Disponibilità e prospettive future
Al momento, Veo 3 è accessibile solo negli Stati Uniti e soltanto tramite abbonamento. Google non ha ancora annunciato una data per l’eventuale rilascio globale. Nel frattempo, il modello continua a generare entusiasmo e preoccupazione in parti uguali, confermando quanto il futuro dell’audiovisivo passerà sempre più dall’intelligenza artificiale.

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