‘Poster for tomorrow’ per Patrick Zaki libero, iniziativa di Amnesty e del festival salentino Conversazioni sul futuro

La Redazione

LECCE – Unirsi, con il linguaggio dell’arte e della creatività, alle donne e agli uomini che nel mondo chiedono a gran voce l’immediata liberazione di Patrick Zaki, studente egiziano dell’Università di Bologna. E’ l’obiettivo del contest “Free Patrick Zaki, prisoner of conscience”, edizione speciale del concorso internazionale di comunicazione sociale “Poster For Tomorrow” cui si può partecipare fino al 28 gennaio, presentando un manifesto 50×70.

Patrick Zaki è in carcere da circa un anno nel suo Paese come prigioniero di coscienza, detenuto esclusivamente per il suo lavoro in favore dei diritti umani e per le opinioni politiche espresse sui social media. I dieci migliori poster, selezionati da una giuria internazionale, saranno poi affissi a partire dal 7 e 8 febbraio – anniversario del primo fermo e della convalida dell’arresto – a Bologna, Lecce e nelle altre città e nei luoghi pubblici e privati che aderiranno all’iniziativa.

Questa edizione speciale di “Poster For Tomorrow” – riferisce una nota – è ideata da Amnesty International Italia, dal festival salentino Conversazioni sul futuro dell’associazione Diffondiamo idee di valore, in collaborazione con il Festival dei Diritti Umani di Milano e l’Associazione Articolo 21, con il patrocinio dell’Alma Mater Studiorum – Università di Bologna e con l’adesione di numerose amministrazioni pubbliche e altri partner.

La giuria internazionale è composta dal designer Armando Milani, una delle più importanti figure internazionali della grafica italiana, dalle giornaliste Annalisa Camilli, Francesca Mannocchi, Marta Serafini, Laura Cappon, dal giornalista Riccardo Luna, dalla designer canado-italiana, advisor di Poster for Tomorrow Ginette Caron, dall’architetto, designer e curatore indipendente Marco Rainò, dall’artista e attivista Gianluca Costantini, dalla graphic journalist italotunisina Takoua Ben Mohamed, dall’attivista Maryam Al Khawaja (Bahrein), dall’artista e attivista iraniano che vive e lavora in Francia Kianoush Ramezani e da un gruppo di designer e graphic designer formato da Marisa Gallen (Spagna), Cédric Gatillon (Francia), Mila Mars Melank (Bosnia ed Erzegovina), Francesco Poroli (Italia), Pavel Pisklakov (Russia), Teresa Sdralevich (Belgio), Agnieszka Ziemiszewska (Polonia).

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