Sanremo 2021 – Shorty, al festival il rap che cura

La Redazione
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Davide Shorty è uno dei giovani in gara a Sanremo nella categoria nuove proposte  con il brano “Regina”. Farà il suo debutto sul palco del festival dal 2 al 6 marzo, un festival blindato che permette agli artisti di continuare a fare musica.

Dice il rapper: “La musica come spettacolo deve andare avanti, anche in questo momento critico. Non sara’ facile esibirsi in una sala vuota e non poter avere nessun contatto umano, ma Sanremo e’ un pezzo di storia d’Italia e poi il nostro settore merita di essere trattato con dignità. Abbiamo una grande responsabilità”. Shorty, all’anagrafe Davide Sciortino,  si dice d’accordo con chi chiede la riapertura dei teatri. “Tra chi decide, servirebbero persone più competenti e una considerazioni diversa di chi e’ artista”, aggiunge lui, che da una decina di anni si e’ trasferito a Londra ed ha uno sguardo disincantato sull’Italia.
Perchè ha scleto di lasciare la sua città lo spiega così:  “Semplicemente sento che l’Italia, troppo conservatrice e con schemi troppo standardizzati che non aiutano la liberta’ di espressione, non e’ il posto giusto per me. Nella mia musica le influenze sono tante e varie: da Concato agli Earth Wind & Fire, passando per Anderson Paak e Jamiroquai. Londra mi fa bene, e per me rappresenta un grande esempio di melting pot, un luogo dove e’ possibile prendere il meglio dagli altri, con curiosita’, tolleranza, rispetto”. Il brano che porterà al festival è una canzone d’amore, tra rap, soul, funk e cantautorato italiano, che racconta la storia di una giovane donna che si fa forza di fronte ai traumi e gli ostacoli che la vita le ha posto davanti.  Consodera Shorty: “Nel 2021, la nostra societa’ occidentale e’ ancora figlia del colonialismo. E il colore della pelle fa ancora differenza”.
Shorty non è un debuttante: il suo nome circola gia’ da un po’ e nel 2015 arrivo’ terzo a X Factor, ottenendo un discreto successo Ora riparte da Sanremo e dice: “Ne’ una sconfitta, ne’ una rivincita. X Factor e’ stata una parentesi che ha avuto un contraccolpo pesante su di me. Mi ha stroncato, ma allo stesso tempo mi ha fatto capire che quel mondo non faceva per me, un mondo in cui il contorno e’ piu’ importante del cuore delle cose. Indossavo panni non miei, ora ho cucito un vestito che mi calza a pennello. Ho imparato a volermi bene”. Davide Shorty non nasconde anche un periodo di depressione seguito al talent. Un anno e mezzo circa di buio. “Non me ne vergogno, puo’ accadere a tutti e bisogna essere in grado di prendere provvedimenti per uscire dal loop di incertezze e insicurezze in cui si finisce”.
Ad aiutarlo nella sua ripresa è stata anche la scrittura: “Per tanto tempo mi sono sentito stupido, invece ero solo dislessico. Avevo solo un modo diverso di processare le informazioni e cosi’ ho cominciato a giocare con le parole, quelle stesse parole che per una vita ho passato a rincorrere perche’ mi sfuggivano”.
Il rap, dunque, è stata la sua terapia. “Con la consapevolezza dei nostri errori e delle nostre imperfezioni, che ci rendono tutti un po’ simili. Ora mi sento piu’ centrato e pronto ad accettare quello che succede nel bene e nel male”.

Angela Tangorra

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