Caos vaccini su seconde dosi, atteso nuovo pronunciamento dell’Aifa

La Redazione

Alcune regioni chiedono chiarezza sui richiami da effettuare sulla popolazione di età inferiore ai 60 anni ha ricevuto la prima dose di Astrazeneca

Non è un obbligo ma una “possibilità” l’indicazione data alle regioni di effettuare i richiami a chi, avendo meno di 60 anni, ha ricevuto la prima dose di Astrazeneca con un altro tipo di vaccino. E le Regioni sono nuovamente disorientate.

L’Aifa, l’Agenzia nazione del farmaco, oggi proverà nuovamente a dare una indicazione precisa su come risolvere il problema dei vaccini a base di adenovirus, come Astrazeneca e Johnson & Johnson, che potrebbero provocare trombosi nella popolazione che ha meno di 60 anni e per questo consigliati agli ultrasessantenni. A chi ha meno di 60 anni è consigliabile somministrare Pfizer e Moderna, i due sieri a Rna messaggero.

“Consigliabile” e “preferibile” tuttavia non costituiscono indicazioni certe e men che meno alcune Regioni sono tranquille nel completare la vaccinazione a coloro che avendo meno di 60 anni ha partecipato agli open day ricevendo Astrazeneca ( J&J è monodose e non prevede il richiamo) : chi si assume la responsabilità di imporre un cambio di farmaco? E dinanzi alla richiesta di un vaccinato con Astrazeneca di ricevere lo stesso richiamo che si fa? Da un punto di vista della disponibilità di dosi problemi pare non ce ne siano: sino a settembre sono attese 55milioni di dosi di Pfizer e Moderna. Intanto un nuovo pronunciamento dell’Aifa è atteso anche per capire se effettivamente Johnson & Johnson sia da equiparare ad Astrazeneca visto che nel primo parere si parla solo di Astrazeneca.

I due vaccini sono simili con la differenza che di  Johnson & Johnson, essendo più recente, la casistica dei casi avversi riporta dati su un numero di vaccinati decisamente inferiore a quelli di Astrazeneca, che gli effetti avversi ha registrato dopo la prima dose mentre J&J è monodose.

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