Estorsioni a cantieri edili, condannati i boss Savino Parisi e Eugenio Palermiti

La Redazione
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I clan si sarebbero inseriti nelle attività dell’imprenditoria edile di Bari, non solo imponendo guardiania e forniture ma in alcuni casi addirittura finendo per operare scelte aziendali di rilievo, imponendo ditte di fiducia o addirittura “imprese mafiose”. Per questo 16 affiliati ai clan Parisi e Palermiti, fra i quali i boss Savinuccio Parisi e Eugenio Palermiti, sono stati colpiti da provvedimenti definitivi di pena (fra 3 e 13 anni) dopo la sentenza della Cassazione che nei giorni scorsi ha dichiarato irrevocabili le condanne del processo “Do ut des”. Il procedimento riguarda estorsioni ai cantieri edili del quartiere Japigia di Bari e della provincia, commesse da uomini delle due associazioni mafiose alleate imponendo guardianie e carichi di merci da fornitori amici. I fatti contestati risalgono agli anni 2010-2015. Gli imputati sono stati giudicati colpevoli, a vario titolo, di associazione mafiosa, estorsione, detenzione e porto di armi, lesioni personali, violazione di domicilio, invasione di terreni ed edifici, furto, illecita concorrenza con minaccia e violenza, favoreggiamento. L’inchiesta della Dda di Bari, che nel marzo
2016 portò all’arresto di 31 persone, ha accertato “il capillare e sistematico controllo del territorio” da parte dei clan, “anche attraverso il monitoraggio e la gestione degli alloggi di edilizia popolare e, soprattutto, attraverso l’infiltrazione all’interno dei cantieri edili”.

Mauro Denigris 

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